NIS2: come gestire risk management, reporting e business continuity senza stress
Si parla sempre più di cyber security e per poter raggiungere alti standard è entrata in vigore la direttiva NIS2. Ne avete già sentito parlare? Entrata in vigore nel 2023 con margine di tempo fino ad...

Si parla sempre più di cyber security e per poter raggiungere alti standard è entrata in vigore la direttiva NIS2. Ne avete già sentito parlare? Entrata in vigore nel 2023 con margine di tempo fino ad ottobre 2024 per adeguarsi, è stata considerata per un periodo l’ennesimo obbligo burocratico che impatta sul lavoro ma in realtà ha come obiettivo proteggere i servizi essenziali e le infrastrutture digitali da incidenti che potrebbero compromettere il funzionamento di interi settori.
Rviolgendosi ad esperti dell’ICT e della Cyber Security come il Gruppo SMI sarà più facile trovare soluzioni e software che ragionano in termini di prevenzione, risposta e resilienza.
Gestire il risk management in modo sostenibile
La normativa NIS2 ci chiede un risk management da controllare periodicamente e per non trasformarlo in un lavoro infinito e stressante, conviene inserire l’analisi dei rischi nelle attività che già facciamo.
Cosa si può fare? collegare la valutazione dei rischi alle riunioni periodiche o alle revisioni di sicurezza programmate così che non si aggiunga un ulteriore carico. Più questo step diventa parte della routine e meno peserà.
Rendere il reporting un alleato
A preoccupare più di tutti per l’introduzione della NIS2 è la gestione del reporting, specialmente se si tratta di notificare incidenti o problematiche in tempi stretti. L’organizzazione preventiva è tutto perché se sappiamo cosa fare e in che modo, quali strumenti impiegare e quali passaggi eseguire l’ansia viene messa da parte in favore di un’esecuzione controllata.
Si possono preparare modelli e canali di comunicazione in anticipo, così da evitare di rincorrere le informazioni in un momento di stress con la pressione alle stelle. Avendo le procedure già in testa significa che, in caso di incidente, possiamo occuparci di risolverlo senza perdere tempo prezioso a capire come compilare una segnalazione.
Marcia in più la trasparenza: se tutti sanno che segnalare un’anomalia non incolpa nessuno ma protegge il sistema le informazioni circoleranno più rapidamente.
Integrare la business continuity
A questo punto non possiamo fare altro che integrare la business continuity che deve essere vista come una capacità reale di poter continuare ad operare persino in condizioni avverse. Molti la affrontano solo in veste di piano operativo di emergenza che si spera di non utilizzare mai ma la NIS2 ci invita invece a renderla parte dell’abitudine.
Si parte identificando i processi essenziali, quelli senza cui l’impresa si fermerebbe e proprio su questi si costruiscono tattiche di continuità semplici e praticabili. Risorse di backup, fornitori di emergenza sono un ottimo modo per cominciare.
In tutto ciò a fare la differenza è il coinvolgimento delle persone attraverso simulazioni, esercitazioni e formazione per sentirsi parte del piano e del progetto non sentendosi spettatori passivi. Se la business continuity è condivisa diventa una sicurezza per tutti, non un compito da rispettare.
Vediamo il lato più motivante: se si applica bene la NIS2 entrata in vigore ad ottobre 2024 si evitano sanzioni, si migliora la fiducia di clienti e partner ma soprattutto si dimostra come la propria impresa sappia gestire i rischi, comunicare con trasparenza e garantire continuità persino durante situazioni di emergenza.