Da un po’ di tempo a questa parte, a livello mediatico si fa un gran parlare del “social gaming”, una delle nuove frontiere della tecnologia che unisce la comunicazione al gioco. Si tratta infatti di normali attività ludiche che vengono svolte sulle piattaforme social come Facebook o altri portali specifici. Il più delle volte si tratta di giochi di squadra, che richiedono quindi agli utenti di fare gruppo per raggiungere un obiettivo comune. I tornei online sono all’ordine del giorno. Per certi versi, si parla di un contesto molto simile a quello degli ordinari videogiochi, che interagisce anche con gli elementi del metaverso, che forniscono una specie di realtà alternativa dove i giocatori possono incontrarsi e dedicarsi ad alcune delle tipiche attività del quotidiano, seppur attraverso uno schermo.
Non c’è voluto molto prima che le maglie del marketing abbracciassero anche il social gaming, visto che come un mezzo facile per raggiungere l’utenza digitale e promuovere prodotti o servizi. D’altronde, sono molteplici le soluzioni adottate dalle aziende in tal senso: a volte ciò che si vuole pubblicizzare viene mostrato direttamente all’interno dei giochi, non solo attraverso spazi appositi, ma anche sfruttando alcuni elementi principali come i personaggi. Molte società, inoltre, si curano di reclamizzare eventi e tornei a tema. Come se non bastasse, un ruolo molto importante viene ricoperto dagli influencer: si pensi in primis agli streamer abituati a giocare live con i videogame e che spesso e volentieri firmano accordi di sponsorizzazione. Gli stessi canali social, comunque, possono foraggiare questo tipo di mercato.
La piattaforma social vera e propria che sposa la causa del social gaming è principalmente Facebook. Per il resto, infatti, si parla perlopiù di servizi come Google Play, App Store e Steam, che in sostanza permettono di scaricare giochi di vario genere. Non sempre i giochi online permettono di relazionarsi con gli altri: nelle stanze della roulette live ad esempio si ha a che fare con persone in carne ed ossa, ma a volte è disponibile a malapena una chat collettiva per comunicare, con tutte le restrizioni del caso. Il social gaming non pone limiti sotto questo punto di vista.
Xbox Live e PlayStation Network offrono i titoli per console che possono essere giocati comodamente con gli amici. Discorso a parte merita invece Roblox, una piattaforma di social gaming in piena regola, che consente di creare dei veri e propri giochi per poi condividerli con gli altri. In questo caso non c’è limite alla fantasia. Gli utenti più esperti si divertono anche a riprodurre su Roblox le meccaniche di titoli già esistenti e molto famosi, come a voler dimostrare non solo la propria bravura, ma anche le grandi capacità di questa piattaforma.
Oggi è già possibile individuare numerosi titoli videoludici che possono essere inscritti nella sfera del social gaming. Su tutti spicca Farmville, una sorta di simulazione della realtà agricola. Anche Candy Crush fa parte di questa categoria. Forse non tutti lo sanno, ma Candy Crush è stato inventato da un italiano: il noto puzzle game che ha rivoluzionato la concezione dell’intrattenimento sullo smartphone viene considerato oggi come un degno esponente del social gaming, così come Clash of Clans, che essendo un gioco di strategia porta più facilmente gli utenti a collaborare e sfidarsi tra di loro. Non si può non citare anche The Sims Social, un gioco di simulazione di vita della EA, nel quale è possibile creare personaggi con tanto di case, oltre che interagire con gli altri.